Dormire bene: attenzione alla cervicale e migliora il ritmo sonno veglia
Dormire bene è importantissimo… La notte hai un sonno disturbato? Ti svegli con collo rigido, dolori alla cervicale e mal di testa? Questo articolo è per te.
I disturbi del sonno descritti sono comunemente tipici di quei pazienti che soffrono di disturbi del tratto cervicale. Ma vedremo che per dormire bene occorre prestare attenzione ad latri fattori, come il corretto alternarsi del ritmo sonno veglia. Spesso parlando con amici e familiari del problema del dormire bene si dà la colpa al cuscino, al materasso o al fatto che si dorme in una brutta posizione, in realtà nessuno di questi elementi sono spesso marginali e non hanno una grossa incidenza sul tuo continuo dolore cervicale.
Perché è importante dormire bene
Dormire bene è un aspetto fondamentale per la qualità della vita. Il sonno è una vera e propria attività essenziale per l’organismo, in quanto il sistema nervoso deputato alla regolazione centrale (cervello), non può sopravvivere senza. Dormire è perciò un bisogno primario imprescindibile. Non dormire, o non dormire bene, può avere ripercussioni disastrose sull’equilibrio psicofisico. Purtroppo sono sempre più frequenti i disturbi e i disagi del sonno.
Consigli per dormire bene e posizione durante la notte
Quando ti svegli con i dolori al collo non puoi dare la colpa alla posizione in cui dormi, il nostro corpo è vigile e in grado di distinguere automaticamente le posizioni buone da quelle che vanno evitate, del resto, perché il corpo dovrebbe assumere una posizione che percepisce come dannosa?.
Segni e sintomi del sonno disturbato
Ovviamente il segno rilevatore per eccellenza è dorme male l’aria stanca, e già questo da solo è sufficiente per capire che qualcosa non va. Purtroppo la situazione spesso è più complicata e i disagi del sonno portano con se altri veri e propri disturbi. Nel momento in cui si ha la percezione che il proprio limite di autonomia risulta pregiudicato dalla stanchezza, è buona norma porsi qualche domanda.
Dormendo male si è costantemente assonnati e, nonostante ciò, spesso rimane una spiccata difficoltà ad addormentarsi o a prolungare il sonno o a mantenerlo continuo per tutta la notte. Svegliarsi ogni mattina con la netta sensazione di stanchezza o troppo presto, oppure interrompere il corretto ciclo sonno-veglia ripetutamente durante la notte, terminare le energie precocemente di giorno ecc, sono tutti segni evidenti del fatto che non si riesce ad ottenere il riposo necessario. Tra i sintomi tipici ricordiamo:
- Astenia (mancanza di forze)
- Sonnolenza
- Irritabilità
- Problemi di memoria
- Minori prestazioni sessuali, sportive, lavorative
- Problemi nelle interazioni sociali
- Umore basso
La soluzione per dormire bene è un cuscino cervicale o un materasso ortopedico?
La riposta è ovviamente no. Non sei nato con il dolore cervicale, quindi perché il cuscino che non ti ha mai causato problemi, improvvisamente dovrebbe diventare la causa dei tuoi mali?
Ogni cuscino cervicale è standard e consigliare cuscini cervicali uguali per tutti con più o meno curvature per il collo è un errore e in alcuni casi può addirittura peggiorare la situazione, non tutte le persone hanno un’uguale conformazione cervicale. La cosa fondamentale da sapere è che non c’entra che cuscino usi, ma quanti ne usi e come li usi. Non esiste nemmeno un’altezza ideale del cuscino, ma generalmente la cosa migliore sarebbe dormire senza il cuscino o con un cuscino basso e che sostiene leggermente la cervicale. La colonna cervicale si adatta e si rilassa nella sua posizione naturale, libera da ulteriori stress meccanici, d’altra parte può risultare difficile dormire senza cuscino perché ognuno ha una morfologia diversa e a seconda delle patologie presenti (es. alle vie aeree, ai polmoni o allo stomaco come il reflusso gastro-esofageo) può risultare scomodo dormire senza cuscino o con un cuscino basso e impedire un sonno ristoratore.
Il compromesso migliore è usare un solo cuscino e posizionarlo bene sotto testa e collo fino alla parte bassa della cervicale terminando all’inizio delle spalle, riempiendo così quella “conca” che naturalmente formano le nostre vertebre cervicali: in questo modo il capo e il collo sono sostenuti in una posizione di rilassamento, tutte le strutture sono “protette” e i recettori comunicano ai muscoli che possono “riposarsi” ed evitare di lavorare tutta la notte per reggere la testa.
Sonno e cervicale, quale il legame?
Il legame fra il dormire bene e la cervicale riguarda la presenza o meno di alterazioni o disfunzioni a livello cervicale. Non importa quale sia realmente la tua patologia cervicale, che sia artrosi, osteofitosi od ernia discale, poiché i sintomi che lamenti sono sempre gli stessi: dolore, rigidità, limitazione articolare e, talvolta, mal di testa. Tutti questi disturbi sono accomunati da deficit di vascolarizzazione delle strutture anatomiche della zona, in parole povere alle strutture sofferenti non arrivano le adeguate quantità di ossigeno e nutrienti e non riescono ad essere eliminate le sostanze di scarto pro-infiammatorie.
Ora, se durante il giorno bene o male il corpo si muove e la pompa muscolare fa il suo dovere e parzialmente limita questo deficit, di notte la storia cambia perché i movimenti sono naturalmente molto più limitati, diminuisce ulteriormente l’afflusso di sangue ai muscoli e le articolazioni non riescono a mantenersi lubrificate. In queste condizioni le strutture anatomiche, già di per sé sofferenti, scatenano il dolore e i sintomi cervicali.
È proprio per questo motivo che quando ti svegli ti senti rigido e dolente, e quando ti metti in moto tutto migliora, con tempistiche differenti a seconda della gravità del problema, da pochi minuti a qualche ora.
Ma quindi, in conclusione, per far star meglio la mia cervicale cosa devo fare?
Un fisioterapista esperto effettua una valutazione per poi creare un percorso terapeutico specifico per ogni paziente. Un trattamento di fisioterapia mirato per un disturbo cervicale è normalmente diviso in tre parti che possono sovrapporsi a livello temporale in base all’andamento del quadro clinico. La prima fase è quella del controllo del dolore e dell’infiammazione che prevede delle tecniche di terapia manuale o osteopatia insieme all’utilizzo di mezzi fisici come la tecarterapia o la laserterapia.
Nella seconda fase, quella del recupero dell’articolarità e del movimento, si intensificano le tecniche di terapia manuale, si riduce la terapia fisica e si introduce l’esercizio terapeutico per la riabilitazione funzionale.
La terza fase ha come obiettivo la stabilizzazione dei sintomi e il miglioramento delle performance motorie. La fisioterapia ha la sua più alta finalità nel portare il paziente ad avere una condizione fisica migliore rispetto a quella precedente alla patologia.
Non basta togliere il dolore, dobbiamo focalizzarci sul mantenimento della salute attraverso il miglioramento della qualità del movimento, nel soggetto sportivo come nelle persone di età più avanzata. Quando il quadro clinico lo permette è necessario inserire delle sessioni di allenamento terapeutico programmate con il fisioterapista.
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Articolo tratto da: Cervicale e sonno, quali posizioni aiutano a dormire meglio? (Fisioterapia Italia)