Borsite trocanterica: diagnosi, e come curarla

borsite trocantericaBorsite trocanterica: cos’è?

La borsite trocanterica è un’infiammazione a carico dell’anca, assai diffusa tra i pazienti adulti e i giovani atleti. Si tratta di un disturbo doloroso che colpisce la parte esterna alta della coscia all’altezza dell’anca e che può interessare anche i fianchi. Il termine “trocanterica”, infatti, sta ad indicare la regione anatomica del grande trocantere, sporgenza ossea che si trova nella parte superiore del femore, subito dopo il collo femorale.

Di fronte a questa sporgenza si trova una borsa sinoviale (una vera e propria sacca piena di acqua per intenderci) che ha la funzione di proteggere l’osso e le strutture tendinee che vanno ad inserirsi in quel punto. Al momento dell’infiammazione, per difesa, questa sacca si gonfia riempiendosi di liquido e aumentando le sue dimensioni, diventando quindi più dolente per colpa della stimolazione dei recettori del dolore e del diminuito spazio.

Talvolta, può essere confusa con le patologie che affliggono la colonna lombare. Il dolore che colpisce la zona laterale del corpo e che si irradia lungo la gamba tende ad accentuarsi quando si cammina per molto tempo o quando si è impegnati a salire o scendere le scale. Talvolta, nei casi cronici, al dolore può sovrapporsi uno scatto ricorrente o occasionale a livello dell’anca. Il dolore, inoltre, in casi frequenti si accentua durante il sonno, soprattutto quando ci si adagia sul lato colpito dall’infiammazione. la maggior parte delle persone afflitte da questo problema infatti ha come indicatore comune, oltre al dolore all’altezza del trocantere, anche un’impossibilità nel mettersi sul fianco o nell’appoggiarsi su questa precisa zona.

La diagnosi

Si visita il paziente disteso in posizione supina, allo scopo di valutarne l’articolarità dell’anca. Qualora il paziente dovesse accusare dolore ad una pressione leggera in extra-rotazione nella parte esterna della coscia, allora sarà possibile diagnosticare la borsite trocanterica. In questi casi, il dolore posteriore e laterale tende ad accentuarsi quando l’arto extra-rotato viene portato in adduzione. In qualche caso potrebbe essere utile il ricorso ad esami strumentali, fra cui Rx (necessari per quantificare o escludere casi di artrosi dell’anca o di calcificazioni ossee), ecografia (in grado di evidenziare la presenza di borsite trocanterica, eventuali calcificazioni a carico della borsa e lesioni tendinee), risonanza magnetica (indicata qualora si sospetti un’ulteriore causa alla base del dolore, come una rottura dei tendini del gluteo o una necrosi della testa dell’osso femorale).

Poiché può essere confusa con molte altre patologie è necessario avere la sicurezza di seguire un iter diagnostico e valutativo corretto, per questo affidarsi a Fisioglobe, studio di fisioterapia Aurelia a Roma, è la migliore soluzione.

Quali sono i principali fattori di rischio?

Questa condizione infiammatoria a carico dell’anca può interessare chiunque. Tuttavia, i sintomi sono sensibilmente più frequenti fra le donne che hanno superato i 50 anni d’età, tra gli individui in forte sovrappeso e negli atleti di entrambi i sessi. La borsite, infatti, è causata dallo stress originato dai movimenti ripetuti tipici dei ciclisti e dei podisti o da traumi locali ripetuti tipici dei portieri di calcio o dei liberi nella pallavolo. Se presa per tempo e curata, non si associa all’artrosi dell’anca, anche se talvolta può essere un sintomo secondario di una deambulazione errata, a sua volta causata da artrosi del ginocchio o dell’anca.

Studio di fisioterapia Aurelia a Roma: trattamenti conservativi

Il trattamento previsto per arginare i sintomi della borsite trocanterica è conservativo. I pazienti colpiti dall’infiammazione in genere ne sono affetti già da diversi mesi, poiché nella maggior parte dei casi la diagnosi è fatta con ritardo. Ciò comporta la necessità di affrontare il disturbo quando questo è già prossimo alla cronicizzazione. L’approccio conservativo intende limitare e annullare il dolore, l’infiammazione e il gonfiore dovuto al versamento. Ogni genere di trattamento può essere affiancato con farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), anche se presso il nostro studio di fisioterapia Aurelia Fisioglobe, preferiamo e consigliamo, almeno nella prima settimana, di interrompere l’utilizzo di questi farmaci per verificare l’effettiva efficacia del trattamento e poter regolare la sua intensità e frequenza.

Naturalmente, come qualsiasi farmaco appartenente al genere FANS, andranno assunti con molta cautela e per brevi periodi. Per quanto riguarda la fisioterapia, questa deve essere adattati al singolo caso.

Si possono utilizzare terapie strumentali come la tecarterapia o la laserterapia o le onde d’urto, ed inoltre anche la limfatherapy eccelle tra le tipologie di trattamento. Rivolgiti a Fisioglobe, studio di fisioterapia Aurelia a Roma, e prendi un appuntamento con gli specialisti che operano nella struttura: esponi le tue condizioni ed insieme sarà semplice individuare la soluzione giusta per alleviare i sintomi della borsite e trattarla fino alla sua completa remissione.

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