Esercizi per il problema dell’epicondilite

Gli esercizi per l’epicondilite sono fondamentali per la gestione dei pazienti con questo problema, e portano notevoli benefici derivanti dal solo esercizio o come parte di un regime di terapia fisioterapica multimodale.

Cosa è l’epicondilite

L’epicondilite rientra nelle classe delle tendinopatie, ossia in tutte quelle condizioni dolorose al tendine. L’epicondilite oggi è un termine caduto in disuso in ambito scientifico perché suggerisce uno stato pressoché infiammatorio: al contrario la patofisiologia di questo processo è di natura maggiormente degenerativa.

l termine “tendinopatia degenerativa” è usato per descrivere il processo degenerativo proprio del tendine che avviene con il passare del tempo e che sfocia in una condizione di cronicità (oltre i 3 mesi), con aree focali di disorganizzazione del collagene e di ricrescita neurovascolare.

Al contrario una tendinopatia di tipo reattivo si verifica in una fase più acuta (giorni o settimane) e comunemente in risposta a un’attività a cui si è non abituati o aumentate rapidamente, con un crescita omogenea, non infiammatoria e diffusa della cellularità e della sostanza di base.

Di solito avviene un continuum di cambiamenti del tendine cioè dalla tendinopatia reattiva si potrebbe arrivare a quella degenerativa soprattutto se le cause sottostanti il problema non vengono risolte. Ecco che tutte queste condizioni al tendine vengono definite non più con il termine epicondilite ma viene sostituito dal termine epicondilalgia.

Nei pazienti con epicondilite cronica, l’esercizio ha dimostrato di portare verso una maggiore e più rapida regressione dal dolore, inferiore congedo per malattia, meno consultazioni mediche e maggiore capacità lavorativa, vediamo come.

Esercizi per l'epicondilite

Esercizi e contrazioni muscolari per l’epicondilite

Gli esercizi si basano quasi esclusivamente sulle contrazioni muscolari, vediamo quali tipi abbiamo:

Tipo di contrazioni muscolari

Contrazione isometrica: contrazione muscolare statica che consiste nel mantenere ferma una resistenza esterna fornita da un peso come un manubrio da palestra, un elastico e non prevede il movimento degli arti.

Contrazione concentrica: contrazione muscolare dinamica che prevede il movimento dei segmenti corporei e riguarda la fase di ascesa o salita del movimento.

Contrazione eccentrica: contrazione muscolare dinamica che rappresenta l’opposto di quella concentrica. I muscoli che “subiscono” questa discesa si contraggono in maniera eccentrica, cioè si contraggono mentre si stanno allungando.

Contrazione auxotonica: contrazione che si avvale di resistenze di solito elastiche e consiste in una contrazione concentrica o eccentrica in cui la resistenza diventa progressiva.

Contrazione pliometrica: contrazione dinamica di tipo concentrica esplosiva, che viene preceduta da una repentina contrazione eccentrica.

Contrazione Isocinetica: il muscolo sviluppa il massimo sforzo per tutta l’ampiezza del movimento, accorciandosi a velocità costante.

Esercizi isometrici per l’epicondilite

Esercizi per gli estensori del polso

Gli esercizi isometrici dei muscoli estensori del polso hanno un ruolo basato sulla loro funzione di stabilizzazione del polso in molte attività: è stato dimostrato che le contrazioni isometriche producono un maggiore effetto analgesico (riduzione del dolore) rispetto all’esercizio isotonico. Per pazienti con tendinopatia reattiva o sintomi irritabili, si consigliano contrazioni isometriche dolci e indolori di durata compresa tra 30 e 60 secondi, eseguite quotidianamente, con polso da 20 ° a 30 ° di estensione del polso e gomito a 90 ° di flessione.

L’esercizio di estensione del polso può essere eseguito sul bordo di un tavolo con pesi liberi o elastici:

  • Le contrazioni isometriche (durata 30-60 secondi) sono consigliate per la tendinopatia reattiva o irritabile molto dolorosa,
  • le contrazioni isometriche possono ridurre il dolore e sono consigliate 5 serie da 45 secondi con 2 minuti di riposo (efficace nelle tendinopatie all’Achille),
  • le contrazioni concentriche ed eccentriche devono essere eseguite lentamente (4 secondi per ogni direzione), completando da 2 a 3 serie da 10 ripetizioni per pazienti con epicondilite meno irritabile o degenerativa.
  • L’accento è posto sul mantenimento della deviazione radiale-ulnare neutra (polso dritto in direzione dell’avambraccio), con gomito flesso entro i 90 gradi. 

Esercizi per l’estensione del gomito

L’esercizio di estensione del gomito in posizione supina è utile per ricondizionare il muscolo tricipite posto dietro al braccio ed è importante perché esiste un collegamento fasciale tra la parte mediale del tricipite con il muscolo pronatore rotondo creando così una catena funzionale. Posizionarsi in posizione supina, braccio posto sopra al torace a 90 gradi con piegamento del gomito a presa neutra seguito da una estensione completa.

Esercizi per il bicipite brachiale

Tale muscolo si inserisce sul capitello radiale, vicino all’epicondilo e al nervo radiale e può risultare utile rinforzarlo. Paziente in piedi o seduto con il braccio lungo il fianco e presa neutra, sollevare il peso piegando il gomito ruotando contemporaneamente il polso verso di sé.

Rinforzo dei muscoli della scapola, della cuffia dei rotatori di spalla e la correzione della postura “in avanti”

Dovrebbero essere incluso nella riabilitazione, sulla base dei deficit precedentemente identificati. Per gli atleti coinvolti in sport di lancio o racchetta, potrebbero essere necessari esercizi pliometrici per migliorare la tolleranza al carico elastico dei tessuti durante le contrazioni muscolari esplosive.

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Articolo tratto da: Esercizi per l’Epicondilite (Fisioterapia Italia)