Protesi dell’anca, riabilitazione e tempi di recupero

L’anca è la più grande struttura ossea dello scheletro umano e ha la funzione di congiungere bacino e arti inferiori. Quando ci troviamo difronte ad un’artrosi d’anca con la cartilagine articolare compromessa la soluzione che più di altre garantisce nuovamente la funzionalità e la scomparsa del dolore è rappresentata dall’operazione della protesi all’anca.

La protesi dell’anca: uno strumento concreto

Quando non c’è più alternativa, la protesi è quindi uno strumento che offre la possibilità di ri-garantire il corretto funzionamento delle anche, ripristinando le condizioni di normalità di cui si godeva prima del processo di usura.

Per capire realmente, però, le sua funzionalità e come la protesi possa realmente sostituire l’originaria articolazione è necessario capire e osservare la struttura di questa importante parte anatomica. La protesi d’anca, infatti, non è altro che un’articolazione artificiale realizzata con diversi materiali, che sono variati nel tempo ( metalli di acciaio chirurgico, bioceramiche, polietilene.) e progettata, appunto, per offrire le stesse funzioni di un’anca naturale. Ha una durata media di 15-20 anni e a seconda della parte di articolazione che si dovrà sostituire, possono essere individuate due diverse tipologie di protesi:

• le endoprotesi costituite solo dalla componente femorale, quindi da uno stelo che viene fissato nel canale midollare e da una sfera cefalica che si pone come sostituto della testa del femore;

• le artroprotesi costituite sia dalla parte femorale che da quella acetabolare.

Decorso post-operatorio protesi dell’anca

Il decorso post-operatorio dopo un intervento di protesi d’anca comporta diverse tappe obbligate, che servono a una pronta guarigione e alla ripresa della normale vita quotidiana.

Durante i primi giorni un tempo i pazienti erano costretti all’immobilità, in un letto, per diverse decine di giorni. Oggi, invece, grazie alle attuali tecniche chirurgiche e alla nuove protesi, possono riprendere a muoversi, ovviamente con l’aiuto delle stampelle, già il giorno stesso dell’intervento.
Il ricovero ospedaliero, pertanto, non è lungo e si aggira tra i 3 e i 5 giorni.
Due raccomandazioni sono assai importanti: quando si è sdraiati a letto per riposarsi, è bene mantenere un cuscino tra le gambe, in modo tale che l’anca rimanga in posizione corretta ed  è utile indossare vestiti imbottiti, che preservino la ferita da insulti fisici.

Il programma riabilitativo post-operatorio

Il programma riabilitativo post-operatorio si pone, invece, diversi obiettivi basati principalmente sul re-insegnamento dei corretti schemi motori e delle adeguate modalità per camminare, rieducazione dello schema del passo. Principalmente, il percorso di riabilitazione prevede:

La prevenzione delle eventuali complicazioni come lussazioni (utilizzo notturno del cuscino tra le gambe), piaghe da decubito (cambio di posizione), trombi ed embolie (utilizzo di calze elastiche), edemi da stasi;
Controllo del dolore e dell’infiammazione, crioterapia, tens e altri mezzi fisici;
Il rinforzamento della parte e i messaggi relativi alle posizioni e ai movimenti che possano apportare rischi alle articolazioni;
Il recupero della normale funzionalità attraverso l’aumento dell’articolarità e il rilascio delle contratture;
Il potenziamento della muscolatura dell’anca e del ginocchio;
La ricerca di una ripresa e/o il miglioramento della propriocezione;

Il trattamento inizia subito dopo l’intervento ed è incentrato principalmente su una giusta posizione e da una cauta mobilitazione.  Soprattutto per la prima fase di riabilitazione post-operatoria gli esercizi prescelti saranno di natura isometrica (iso= stessa; metria= distanza) i quali generano una forte contrazione dei muscoli nonostante non varino la loro lunghezza, come invece accadrebbe con i tradizionali esercizi di movimento.

E se il ginocchio è gonfio dopo l’operazione di protesi all’anca?

Il gonfiore spesso è uno delle conseguenze che, spesso e volentieri, si può denotare subito dopo l’operazione di protesi all’anca. Questo malessere è conseguenza diretta dell’intervento e le aree del corpo che generalmente sono soggette al gonfiore sono il piede, la caviglia e la coscia e può essere considerata una cosa normale per i primi giorni.
Ma se il problema permane, sarebbe giusto avvertire il medico di questo gonfiore atipico, soprattutto se riguarda il ginocchio. La dismetria del bacino che può verificarsi dopo un intervento di protesi d’anca è la potenziale differenza nella lunghezza delle gambe dai 7 ai 10 mm che può comportare diverse conseguenze dirette come la scoliosi di entità più o meno grave.

Generalmente, è possibile risolvere temporaneamente il problema attraverso l’utilizzo di sotto-talloni di silicone per la riduzione delle tensioni muscolari.
Naturalmente sarà il medico a decidere la soluzione migliore per poter risolvere il problema.

Cosa può fare Fisioglobe per la riabilitazione post intervento di protesi all’anca

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Articolo tratto da: La protesi all’anca e la riabilitazione: tornare in piedi è un gioco da ragazzi! (Fisioterapia Italia)