Riabilitazione per la frattura del femore
La frattura del femore, l’osso situato nella coscia, va affrontata con molta attenzione, e con la giusta riabilitazione. Il femore, infatti, nonostante sia molto resistente, può rompersi a casusa di urti e traumi violenti nel giovane oppure per osteoporosi nell’anziano. Vista la posizione e la funzione del femore, fondamentale per il movimento degli arti inferiori, è necessario far subito ricorso alle cure mediche.
La frattura del femore
Il femore è un osso particolarmente importante. Su di esso si inseriscono muscoli fondamentali per il movimento. Il femore comunica con l’anca, costituendo l’articolazione coxofemorale, e con la rotula e la tibia nell’articolazione del ginocchio. La frattura può colpire il femore nella sua parte centrale o più frequentemente negli anziani nella testa del femore,
Il femore unisce la testa sferica alla diafisi femorale, sopportando così il carico che si trasmette al terreno. La capsula articolare è molto robusta perché deve sopportare i limiti dell’estensione articolare, aiutata da legamenti anteriori e posteriori e contiene la quasi totalità dei vasi che nutrono la testa del femore.
Le fratture del femore si vericano molto spesso nell’età anziana e tra le donne, o per evento traumatico nei giovani (soprattutto per incidenti stradali). Le fratture del femore si dividono in:
- intracapsulari – di questo gruppo fanno parte le sottocapitate e le medicervicali
- extracapsulari – di questo gruppo fanno parte le basicervicali e le pretocanteriche
Trattamento
Le linee guida internazionali sono unanimi sul fatto che il miglior trattamento per queste fratture sia l’intervento chirurgicho, seguito da un’adeguata riabilitazione.
Il principale obiettivo dell’opzione chirurgica per il trattamento della frattura del femore è velocizzare la ripresa e questo stesso scopo guida anche il percorso di riabilitazione che segue l’intervento; in questo modo si aumenta anche la probabilità di evitare perdite di autonomia e riduzione della forza muscolare.
Trattamento chirurgico
Un tipo di trattamento chirurgico è l’osteosintesi, riduzione della frattura attraverso viti di acciaio o di titanio. Questo tipo di intervento può portare a complicanze come la necrosi della testa del femore e la pseudoartrosi che sono riconducibili all’interruzione dell’apporto vascolare alla testa del femore in seguito al trauma.
La riabilitazione
Dopo l’intervento il paziente viene dimesso e comincerà un periodo di assoluto riposo senza poter poggiare il pede a terra per 50-60 giorni. Questo lungo periodo porta inevitabilmente alla diminuzione del tono muscolare e del tono calcico.
Un programma terapeutico di fsioterapia prevede esercizi di isometria per il muscolo della coscia e i campi magnetici impulsati, ovvero la magnetoterapia. In seguito al periodo di scarico si può cominciare la vera e propria riabilitazione, fatta di mobilizzazione per riacquistare mobilità, nonchè l’utilizzzo di mezzi fisici per ridurre l’infiammazione generata dalla rigidità articolare, come ad esempio la tecarterapia.
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