Sindrome femoro rotulea: cause e rimedi

La sindrome femoro rotulea è una condizione di dolore nella parte anteriore del ginocchio causato da un’alterazione dell’articolazione del ginocchio, localizzata fra l’estremità inferiore del femore e la rotula.

Esame clinico nella sindrome femoro rotulea

Il trattamento deve essere preceduto e guidato da valutazioni obiettive, al fine di avere un individualizzato programma di riabilitazione che si rivolge allo specifiche esigenze del paziente e alle sue limitazioni funzionali. Una valutazione importante è il test del ROM (arco di movimento) e della lunghezza muscolare. Occorre quindi che il fisioterapista valuti la flessione/estensione tibiofemorale, la dorsiflessione e flessione plantare della caviglia, l’estensione/flessione e rotazione interna/esterna femorale.

Anche la misurazione della lunghezza muscolare è una considerazione importante, considerando che la rigidità dei tessuti molli (cioè flessibilità limitata) è prevalente negli individui con sindrome femoro rotulea e possono contribuire ai sintomi.

Un’altra valutazione fondamentale è Il versamento nell’articolazione del ginocchi, il quale può essere facilmente valutato utilizzando lo Stroke test. Non è raro, infatti, il verificarsi di un lieve versamento negli individui con sindrome femoro rotulea. In caso di un versamento significativo potremmo essere in presenza di una patologia più grave (ad es. rottura del legamento, menisco, frattura) che merita un’ulteriore valutazione e rimando dal medico per accertamenti. Il monitoraggio del versamento può aiutare a determinare la progressione clinica, se il versamento aumenta può indicare che la riabilitazione possa aver superato le capacità funzionali del paziente.

sindrome femoro rotulea

Controllo dell’equilibrio e della postura

Il controllo dell’equilibrio e della postura durante una varietà di compiti possono essere compromessi nei pazienti affetti da sindrome femoro rotulea. E’ importante valutare sia l’equilibrio statico con gli occhi aperti e chiusi e l’equilibrio dinamico su entrambi per il confronto. Per valutare l’equilibrio statico, valutiamo la posizione a gamba singola, che può essere progredita con maggiore difficoltà facendo alzare il paziente su una superficie instabile come un cuscinetto di gomma piuma.

I fisioterapisti dovrebbero considerare la qualità del movimento in quelli provocatrici del dolore dato che la una biomeccanica aberrante è spesso presente nei modelli di attivazione neuromuscolare negli individui affetti da sindrome femoro rotulea. Si consiglia di utilizzare il test del passo, cioè lo stare in piedi su un blocco di 15 centimetri con le mani sui fianchi e impegnare l’arto coinvolto “lentamente” e “senza problemi” in modo eccentrico abbassando il corpo, fino a che il tallone controlaterale tocchi il pavimento.

Trattamento sindrome femoro rotulea

I pazienti con tale sindrome sono sottoposti a varie condizioni fisiopatologiche e menomazioni, quindi è necessario valutare individualmente ciascun paziente e perseguire i migliori obbiettivi del caso (dolore, funzione, gestione del carico ecc).

La terapia di esercizio terapeutico è indicata in quanto l’esercizio è visto come la migliore terapia atta a risolvere il dolore e la funzione nel breve, medio e lungo termine. La terapia con l’esercizio dovrebbe includere il rinforzo dell’anca e del quadricipite utilizzando sia una catena cinetica aperta che esercizi a catene cinetiche chiuse. Gli esercizi a catena cinetica aperta sono ad esempio il sollevamento di coscia a ginocchio esteso (si aggiungono i pesi alla caviglia), estensioni del ginocchio, abduzione dell’anca ecc. Esercizi tradizionali a catena cinetica chiusa sono il mantenimento della posizione seduta al muro, gli squat a gamba doppia e singola, gli affondi laterali e frontali e la pressa per le gambe

Manipolazioni articolari e terapia manuale

Le mobilizzazioni articolari al ginocchio possono essere efficaci nel migliorare il dolore e la funzione tra le persone con sindrome femoro rotulea e se associate anche all’esercizio terapeutico. Le mobilizzazioni/manipolazioni all’anca sono ritenute infatti utili in numerosi casi nei quali viene descritta una diminuzione del dolore e il miglioramento degli obbiettivi funzionali dopo un prolungato intervento di stretching manuale all’anca seguito dall’esercizio terapeutico. La diminuzione del dolore nei pazienti con la manipolazione alla sacro-iliaca è stato accompagnata da un miglioramento nelle capacità di reclutare gli stabilizzatori profondi di schiena e del core , considerati importanti nella biomeccanica funzionale degli arti inferiori.

L’uso di protocolli di allenamento graduali di ritorno all’attività, come la progressione nella corsa, può facilitare la progressione. Il termine dalla terapia riabilitativa dovrebbe verificarsi quando il paziente ha raggiunto i suoi obiettivi ed è pronto per il passaggio all’autogestione o alla gestione da parte di un allenatore di forza e ricondizionamento. L’educazione del paziente è fondamentale durante la fase riabilitativa con il fisioterapista e nella fase di passaggio che apre le porte a quello allenante o ricreativo;

I Plantari possono essere utili per ridurre il dolore e migliorare la funzione 

Cosa può fare Fisioglobe per la sindrome femoro rotulea

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Articolo tratto da: Sindrome femoro-rotulea (Fisioterapia Italia)